1- Rendere lo Stato motore dell’innovazione

Lo Stato deve supportare l’innovazione come hanno fatto molto bene già gli Stati Uniti sostenendo e promuovendo tutta la ricerca di base. I nuovi occupati negli ultimi 10 anni sono stati creati in Italia dalle aziende con meno di 5 anni. 600 mila. Le aziende con meno di 5 anni hanno creato oltre 2 milioni di nuovi posti di lavoro negli Stati Uniti negli ultimi 20 anni. Le aziende che hanno più di 10 anni sono cicliche e quindi creano lavoro solo nei momenti di economia positiva. E’ necessario favorire la nascita di nuove aziende che sono le uniche che hanno creato nuova occupazione in tempi di crisi. Creando ad esempio un progetto simil-Darpa per favorire il trasferimento tecnologico al mondo imprenditoriale.

2- Attivare una stretta contro l’evasione

È necessario ridurre l’evasione fiscale al livello media Europeo. La tolleranza forzata al tracciamento elettronico per il controllo sociale durante la pandemia avrà permesso anche di controllare meglio l’evasione fiscale con una rete migliorata. “Se l’Italia portasse i livelli di evasione fiscale in media con la UE, guadagnerebbe una quantità tale di risorse da poter azzerare il deficit di bilancio (circa due punti percentuali di Pil) e, anzi, avere un consistente surplus.” (26 settembre 2019 di pagella politica di AGI). Il denaro recuperato andrà completamente all’educazione come vera ‘difesa’ del paese.

 

3- Investire nel Mezzogiorno

Il Sud, che non ha sane multinazionali, può vantare invece ben quattro multinazionali del crimine – camorra, mafia, ndrangheta e sacra corona unita – che ormai stanno inquinando la vita economica e sociale dell’intero paese. È su quest’area, pari a un terzo dell’intera nazione, che va concentrato un impegno progettuale, economico e sociale capace di invertire la tendenza secolare di divaricazione del Sud rispetto al Nord. Si potrebbe ipotizzare la creazione in 4 regioni chiave (Sicilia, Puglia, Campania, Calabria) di fabbriche di software a distanza con relativo reddito minimo garantito a chiunque vi lavori.

 

4- Investire in un nuovo modello di formazione scolastico

Lanciare con l’anno scolastico 2020/21 un piano misto in presenza/distanza, spalmato su sette giorni a settimana e anche sui mesi estivi, con le parti a distanza nei mesi autunnali/invernali, con un prepensionamento immediato del trenta percento più anziano del corpo insegnanti a favore di giovani docenti formati per il distance learning.


5- Rendere lo Stato indipendente

Investire per rendere indipendente lo Stato dalla necessità energetica e di indebitamento monetario con l’estero. Per l’indipendenza energetica prevedere la costruzione di mega centrali di Stato per la produzione di energia rinnovabile dal sole (posizione unica privilegiata dell’Italia) e dal vento, con relativi accumuli distribuiti sul territorio per sostituire completamente carbone, petrolio, gas ed elettricità oggi acquistati dall’estero. Ciò consentirebbe di ridurre drasticamente il costo dell’energia per l’industria, il riscaldamento ed il trasporto rendendo le aziende italiane più competitive rispetto a quelle estere. Fabbricazione in Italia di pannelli solari ed accumulatori al fine di coprire il fabbisogno nazionale e diventare leader mondiale nella vendita delle infrastrutture green agli altri paesi.

6- Rendere la cultura strumento di rilancio economico

In previsione di un aumento dell’automazione, vanno fatti investimenti in un settore a basso costo di realizzazione e di gestione ma ad alta occupazione quale la cultura, intesa in senso lato e dunque a includere il patrimonio storico e artistico e il turismo, le industrie creative (moda, design, cinema e spettacolo), la scuola, con un’attenzione anche alla cultura in senso accademico e “alto”, a ritentare il sorpasso (quasi riuscito ma poi fallito proprio in questo ambito) nei confronti della Francia per acquisire il prestigio culturale (il “capitale culturale”) necessario per favorire l’esportazione di prodotti in qualche modo collegabili a esso.

7- Scenari economici ministeriali

Sarà opportuno procedere con la vera a propria realizzazione di esercizi di futuro. In termini non più che preliminari si indicano alcune possibilità di azione: (a) Costruzione obbligatoria di scenari per tutti i ministeri, direzioni generali, assessorati; (b) Introduzione nei documenti di programmazione economica/politica di scenari di futuro molteplici e di lungo periodo (quattro scenari a venti o più anni); (c) Analisi a trasformazione degli incentivi in modo da eliminare progressivamente gli incentivi non sostenibili, ovvero contrari al futuro del Paese (processo già in corso, ma apparentemente non molto sostenuto); (d) Introduzione di analisi preliminari di impatto futuro di medio lungo-periodo delle decisioni; (e) Introduzione di meccanismi di feedback che aiutino a capire se le decisioni assunte stiano dando i risultati voluti.

8- Puntare sulla Manutenzione e non le Grandi opere

Abbandono delle grandi opere cementizie ambientalmente ed economicamente insostenibili  a vantaggio della manutenzione delle infrastrutture esistenti e del contenimento del consumo di suolo.

9- Regolamentare il mercato dei dati personali

Dati personali: dalla tutela al controllo. Il problema dei dati personali è un aspetto cruciale della vita di ognuno, rispetto al quale la politica ha dato risposte lacunose e viziate da pregiudizi ideologici, incompetenze e incomprensioni. Le regole e le soluzioni fin qui adottate rivelano un’incomprensione sia dei veri problemi, sia delle opportunità. Ma è un ambito da cui dipende il futuro di ogni economia avanzata. E’ quindi auspicabile che almeno qui gli slogan e i pregiudizi non ci condannino all’arretratezza da cui rischiamo di non risollevarci più, come purtroppo è già accaduto in altri settori. Bisogna quindi passare da una visione dei dati personali come “minaccia” da cui “difenderci” a “opportunità” da “controllare”. Solo in così potremo stare sulla frontiera dell’innovazione. Altrimenti anche questo settore sarà dominato da altri paesi. L’investimento deve essere fatto nella ricerca di nuove forme di sviluppo e di interazione attraverso i dati e architetture digitali.

10- Mobilità a impatto zero per i borghi

La decentralizzazione dalle città che avremo con lo smart working porterà a valorizzare e investire sulle città non metropolitane che attrarranno nuovi investimenti. Da queste possiamo partire a investire per renderle città e borghi senza auto e con trasporti privati solo se 100% neutrali sull’ambiente e individuali