La decentralizzazione dalle città è uno degli effetti attesi, e maggiormente paventati dal mercato immobiliare, del Coronavirus. Molti investitori, proprietari di immobili e potenziali acquirenti si chiedono quale sarà il futuro delle metropoli, con la decentralizzazione degli interessi economici, del lavoro, dell’intrattenimento notoriamente focalizzato nelle grandi città. La forte domanda di spazi residenziali negli ultimi anni, dovuta al continuo afflusso di persone nelle metropoli, ha portato a un significativo aumento dei prezzi delle case in vendita e in affitto. Ora viviamo una netta controtendenza, appurata da due avvenimenti. Il primo a Milano, dove il gruppo Unibail-Rodamco-Westfield ha annunciato che il progetto per la costruzione del più grande centro commerciale in Italia, destinato a Segrate e denominato “Westfield Milano”, è stato ufficialmente sospeso. Inoltre, la società immobiliare francese Klépierre ha annunciato i suoi risultati del primo trimestre del 2020: il fatturato è sceso del 4,2% e i redditi da locazione del 4,7%, principalmente a causa di cessioni di attività. Le stime per il mercato immobiliare italiano suggeriscono che ci vorranno tre anni per recuperare le perdite accumulate finora, pari a 122 miliardi di euro.

 

Perché siPerché no
L’eccessiva concentrazione che, nell’ultimo ventennio, ha portato borghi e periferie a spostarsi verso le grandi metropoli, sta già vivendo un effetto dinamico contrario.

La ricerca del benessere e del relax, unita al dedicare il giusto tempo alle attività lavorative e alla casa, diminuirà la voglia di città, con un incremento della domanda e dell’offerta di vita in periferia.

Soprattutto in Italia, dove i centri nevralgici del business si contano a poco più di una decina, l’effetto da Coronavirus si sentirà fino ad un certo punto, riportando il business là dove era prima della crisi sanitaria. 

Con le giuste misure di protezione e prevenzione, non vi sarà motivo per abbandonare le metropoli e rischiare di dover macinare chilometri di strada per raggiungere il posto di lavoro.

 

«Il modello urbanistico vedrà una tendenza centrifuga»
Roberto Costantini, Manager e scrittore. 
«Da città a provincia – negli ultimi anni – a livello globale – si è consolidato un trend di crescita accelerata nei grandi agglomerati urbani; e la convinzione che la città – ovunque nel mondo – fosse il modello vincente per la creazione di valore. Virus (paura) e diffusione della connettività digitale mettono però in discussione la base economica della ‘convenienza urbana’ – il basso costo della transazione. Resta da capire come questo ritorno verso la minore densità verrà articolato per fasce sociali / demografiche e quali politiche attuare per evitare che le fasce più deboli restino ‘recluse’ in aree ad alta densità e quelle con maggiori mezzi si ribaricentrino verso nuovi sviluppi urbani in aree meno popolate.» Francesco Caio, Manager /


«I costi degli appartamenti in città crolleranno. Lo smart working farà usare le case fuori città, gli studenti torneranno a casa. gli affitti in centro non saranno pagati»